NAO (North Atlantic Oscillation) |
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La NAO è un fenomeno climatico oscillatorio tipico dell'Oceano
Nord-Atlantico che riguarda i cambiamenti nella differenza di
pressione atmosferica tra il Ciclone d'Islanda e l'Anticiclone
delle Azzorre.
L'indice NAO viene calcolato come differenza tra le anomalie
medie mensili di pressione al livello del mare a Punta Delgada
(Isole Azzorre) e le corrispondenti anomalie osservate a
Akureyri (Islanda).
Con un indice positivo, si ha un valore medio di pressione
superiore a quello di riferimento con il Ciclone d'Islanda molto
profondo e l'Anticiclone delle Azzorre molto potente; al
contrario, con un indice negativo, il valore medio di pressione
è inferiore e le due figure bariche sono quindi più deboli.
La fase di NAO positiva consente l'espansione
verso l'Europa Occidentale del robusto, e più invadente,
Anticiclone delle Azzorre: ciò comporta una deviazione verso
nord delle perturbazioni atlantiche e quindi una maggiore
siccità sull'Italia. In particolare, nella stagione estiva, si
verifica inoltre la risalita, e talvolta la fusione con l'alta
delle Azzorre, dell'Anticiclone Subtropicale Africano, il quale
è la causa delle ondate di calore sul nostro paese.
La fase di NAO negativa è responsabile invece
di limitate interazioni tra Ciclone d'Islanda e Anticiclone
delle Azzorre, con una conseguente prevalenza del flusso
occidentale che può generare depressioni atlantiche moderate e
molto estese, in grado di giungere e stazionare fino al
Mediterraneo, apportando all'Italia un maggiore regime
pluviometrico e nivometrico.
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AO (Arctic Oscillation) |
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Al di sopra del 50° parallelo, staziona un centro permanente di
bassa pressione, detto Vortice Polare, che, nella stagione
fredda, allungandosi verso sud, va ad alimentare due distinti
centri di bassa pressione: il Ciclone d'Islanda nel
Nord-Atlantico e il Ciclone delle Aleutine nel Pacifico
Settentrionale.
La AO è la variazione ciclica della differenza di pressione tra
il Vortice Polare e gli anticicloni che si trovano alle medie
latitudini sul Pacifico e sull'Atlantico, e tale variazione
viene rappresentata da un indice.
Con un indice positivo, si avrà un Vortice Polare più intenso e
profondo con conseguente rafforzamento delle aree di alta
pressione sui due oceani; al contrario, con un indice negativo,
il Vortice Polare risulta essere più debole con la formazione di
anticicloni in area artica.
La fase di AO positiva comporta, sul versante
europeo, una intensificazione delle correnti atlantiche che
portano tempeste e forti piogge a latitudini superiori (Scozia e
Scandinavia) e l'attivazione di correnti secche verso l'Europa
Meridionale.
La fase di AO negativa invece, grazie al
rallentamento della rotazione del Vortice Polare dovuto alla
formazione di un anticiclone tra la Groenlandia e il Mar Artico,
è caratterizzata dalla possibilità che correnti fredde penetrino
verso l'Europa Meridionale generando forti piogge (o nevicate) e
temporali in area mediterranea.
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PNA (Pacific-North American Oscillation) |
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La PNA è un fenomeno climatico che avviene nel Pacifico
Settentrionale e sul Nord America che misura le altezze di
geopotenziale su tali zone.
Anch'esso viene rappresentato da un indice: una PNA positiva
indica una forte risalita dell'Anticiclone Auletinico in area
pacifica, mentre una PNA negativa fa registrare bassi
geopotenziali con diverse saccature di bassa pressione.
L'influenza dalla PNA sul clima europeo è strettamente legata
all'indice NAO.
La fase di PNA positiva, associata ad una NAO
positiva, comporta un'ingerenza dell'Anticiclone delle Azzorre
sull'Europa Occidentale e sull'Italia; al contrario, con una NAO
negativa, si ha la formazione di forti blocchi anticiclonici
nell'Atlantico Settentrionale capaci di innescare discese di
aria artica verso l'Europa Centro-meridionale.
La fase di PNA negativa, invece, causa un
aumento dell'attività depressionaria nel Nord Atlantico.
ENSO (El Niño Southern Oscillation) |
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L'ENSO è un fenomeno climatico oscillatorio che si verifica
nell'Oceano Pacifico ed ha delle conseguenze sul clima
dell'intero pianeta, tant'è che è in grado di pilotare,
talvolta, il trend del "riscaldamento globale".
Il fenomeno di El Niño è strettamente legato alla Southern
Oscillation (SO), che non è altro che una misura delle
fluttuazioni di pressione su larga scala che si verificano tra
il Pacifico Tropicale Occidentale e Orientale.
L'indice SO è definito come la differenza tra le anomalie
mensili di pressione al livello del mare registrate a Tahiti
(Tahiti) e a Darwin (Australia).
Durante la fase di SO positiva si verifica il fenomeno di El
Niño, il quale consiste in un riscaldamento delle acque del
Pacifico Equatoriale Orientale e dura dai 12 ai 18 mesi. Questo
fenomeno innesca la soppressione degli alisei, aprendo così la
strada ad una propagazione di acque calde verso tutto il
Pacifico Tropicale. La circolazione atmosferica del Pacifico
appare sconvolta e la Cella di Walker (una cella convettiva
generata dai gradienti di temperatura e pressione atmosferica
nel bacino pacifico) svanisce nel nulla.
Al contrario durante la fase di SO negativa si verifica il
fenomeno opposto, conosciuto come La Niña, quando si ha invece
si ha un raffreddamento delle acque del Pacifico Equatoriale
Orientale. In questa fase, a differenza dell'ENSO positivo, gli
alisei soffiano in maniera più intensa del solito, spingendo con
maggiore vigore le acque superficiali da est verso ovest, mentre
nel contempo si rafforza anche la Cella di Walker.
Questi due fenomeni sono i diretti responsabili dell'andamento
climatico dell'intero bacino del Pacifico; tuttavia si hanno
alcuni effetti anche sul nostro continente.
Immediatamente dopo un episodio di El Niño (ENSO
positiva), la stagione estiva in Italia risulta essere
particolarmente calda. Un forte El Niño sembra essere inoltre
correllato ad inverni caldi e asciutti sul Mediterraneo. Le
maggiori influenze si hanno tuttavia nella stagione autunnale
quando la presenza di El Niño provoca un aumento della piovosità
sull'Europa Occidentale ed una diminuizione della stessa
sull'Europa Orientale.
Anche un episodio di La Niña (ENSO negativa)
riesce a modificare il clima sull'Italia: in particolare quando
le acque del Pacifico si raffreddano in maniera anomala le
stagioni invernali sull'Italia si rivelano più fredde e meno
piovose del solito o, addirittura, siccitose.
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SSTA (Sea Surface Temperature
Anomalies) |
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Le SSTA rappresentano l'andamento ciclico delle temperature
delle acque superficiali degli oceani del pianeta. Alcune
anomalie in specifiche zone oceaniche vengono indicate da indici
a parte, come l'ENSO o la PDO (Pacific Decadal Oscillation: un'oscillazione del Pacifico Settentrionale
che influenza il clima del Canada e degli Stati Uniti).
Per quanto riguarda invece il clima europeo e italiano, sono
rilevanti le SSTA dell'Oceano Nord-Atlantico.
In particolare, nel comparto della Penisola del Labrador:
- con SSTA positive si ha l'insorgenza di
anticicloni russo-scandinavi o siberiani sul nord-est europeo,
specie tra la fine dell'autunno e l'inizio dell'inverno.
- con SSTA negative, si hanno
formazioni ciclogenetiche sul Medio-Nord Atlantico e conseguenti
blocchi altopressori tra Islanda e Scandinavia o sull'Europa
Occidentale.
Inoltre, SSTA negative ad est di Terranova e
nel Nord Atlantico Subtropicale associate a SSTA
positive su gran parte del Nord-Atlantico
Centro-orientale causano inverni e primavere generalmente
siccitose nel Mediterraneo e possono determinare, durante la
stagione estiva, lunghi periodi di siccità associati ad intense
e frequenti ondate di calore.
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AMO (Atlantic Multidecadal
Oscillation) |
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L'indice AMO consente di poter monitorare la temperatura media
multi-decennale delle acque superficiali del Nord-Atlantico. Ha
un ciclo che dura dai 20-25 anni.
La fase di AMO positiva pare produca fasi di
tempo complessivamente più stabili e calde sull'Europa
Mediterranea, specie durante la stagione invernale.
Al contrario durante la fase di AMO negativa
dovrebbero prevalere fasi di tempo atmosferico più dinamico e
freddo in inverno, come potenzialmente anche in estate.
Oggi ci troviamo nella fase positiva del ciclo, iniziata
all'inizio degli anni '90. Entro il 2015 si sarà conclusa la
fase calda e inizierà un nuovo ciclo caratterizzato da AMO
negativa.
QBO (Quasi Biennal
Oscillation) |
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La QBO è un fenomeno che caratterizza la circolazione
stratosferica tropicale, e consiste in una periodica inversione
(18-20 mesi) dei venti zonali.
Quando la QBO è nella fase di venti orientali (fase negativa) si
riscontrano modifiche nella circolazione troposferica tra
Equatore ed Emisfero Settentrionale, mentre nella fase di venti
occidentali (fase positiva) si osservano modifiche circolatorie
tra Pacifico e Nord America.
A livello europeo l'indice QBO è correllato, all'inizio della
stagione autunnale, con la EA/WR: QBO positiva favorisce EA/WR
positiva e viceversa.
Una fase di QBO positiva causa una prevalenza
di correnti miti di origine oceanica da ovest verso l'Europa.
Una fase di QBO negativa, invece, favorisce
irruzioni da est sul Mediterraneo.
MJO (Madden-Julian
Oscillation) |
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La MJO è la maggiore variazione climatica periodica ai tropici
ed è il risultato dei processi convettivi che prendono vita
sull'Oceano Indiano e che si spostano verso la regione
indonesiana e il Pacifico Occidentale.
Questa oscillazione ha una durata di 30-60 giorni e si divide in
8 fasi, le quali indicano l'esatta localizzazione e l'intensità
dell'attività convettiva equatoriale. A ciascuna di queste fasi
sono associate precise configurazioni bariche.
L'oscillazione di Madden-Julian ha risvolti climatici anche in
sede europea.
In primavera e in autunno, le fasi 4-5-6 ad
alta magnitudo possono portare un clima freddo e dinamico,
specie se in presenza di una QBO positiva.
Le fasi 6-7-8-1-2-3 a bassa magnitudo e rapida
evoluzione, in corrispondenza di una QBO negativa o neutra, sono
invece condizioni sfavorevoli ai regimi atmosferici
caratterizzati dal tempo sopra citato.
Inoltre le fasi 7-8 particolarmente intense,
associate ad una QBO negativa, sono favorevoli ad avvezioni di
aria fredda sull'Europa Mediterranea, specie se si verificano
nei mesi di gennaio o febbraio.
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ITCZ (Intertropical Convergence
Zone) |
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La zona di convergenza intertropicale è una "cintura" di bassa
pressione che circonda la Terra presso l'Equatore. La sua
posizione cambia nel corso delle stagioni, ed in particolare la
posizione dell'ITCZ sul continente africano è responsabile delle
rimonte anticicloniche di matrice subtropicale sull'Europa.
Più a nord si trova l'ITCZ, maggiore è la probabilità che
l'Italia affronti ondate di calore dovute all'ingresso di aria
calda proveneniente direttamente dall'Africa.
SCAND (Scandinavian Pattern) |
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Lo SCAND è collegato con un centro di alta pressione della
regione scandinava e un centro depressionario sull'Europa
Occidentale. È particolarmente interessante per l'andamento
della stagione invernale europea.
La fase di SCAND positiva è caratterizzata da
forti discese di aria fredda in area mediterranea che,
interagendo con l'aria umida temperata richiamata dalla bassa
pressione presente più a ovest, provoca copiose nevicate in
Italia.
La fase di SCAND negativa porta alla formazione
di alte pressioni sull'Europa Occidentale e Meridionale, e
quindi un clima più secco.
EA (East Atlantic Pattern) |
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L'indice EA è molto simile alla NAO, infatti tiene di conto
delle differenze di pressione tra l'intero Oceano Atlantico e si
può quindi considerare una NAO traslata verso sud-est.
La fase di EA positiva può portare estati
roventi grazie una depressione semi-permanente sbilanciata verso
le Isole Britanniche e il Mare del Nord, con l'Anticiclone delle
Azzorre fuso a quello Africano che risale dall'Algeria e dalla
Libia verso il Mar Egeo e il Mar Nero.
La fase di EA negativa è caratterizzata invece
da alte pressioni sull'Europa Centro-occidentale e da un canale
depressionairo che si estende dai Balcani al Mediterraneo
Occidentale passando per la penisola italiana. Con questa
configurazione si possono avere inverni molto freddi in area
mediterranea.
MO (Mediterranean Oscillation) |
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La MO è una tipica fluttuazione della circolazione atmosferica
rilevata sul bacino del Mediterraneo e caratterizzata dalla
differenza tra le anomalie di pressione sul Mediterraneo
Occidentale e su quello Orientale.
L'indice MO è definito come la differenza tra gli scarti dalla
norma dell'altezza media annuale della 500 hPa di Algeri
(Algeria) e quella de Il Cairo (Egitto).
La fase di MO positiva è caratterizzata da aree
anticicloniche che si spingono fin sul Mediterraneo Occidentale;
in particolare, nella stagione estiva, si hanno ondate di
calore.
Durante la fase di MO negativa invece si ha
l'ingresso in area mediterranea di depressioni che portano
precipitazioni sull'Italia.
EA/WR (East Atlantic/Western
Russia Pattern) |
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L'indice EA/WR è correllato alle configurazioni euro-asiatiche.
La fase di EA/WR positiva comporta anomalie
geopotenziali positive sull'Europa Occidentale e sul nord della
Cina, e anomalie negative in Atlatico Centro-settentrionale e a
nord del Mar Caspio.
La fase di EA/WR negativa è caratterizzata
invece da una intensificazioni delle precipitazioni sull'Europa
Occidentale.
POL (Polar Eurasian Pattern) |
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L'indice POL lega il Vortice Polare alle alte pressioni sul
continente euro-asiatico. L'influenza maggiore del POL si ha
durante la stagione invernale.
La fase di POL positiva è correllata ad un
approfondimento del Vortice Polare ed ad un irrobustimento di
tutti gli anticicloni presenti sul continente. Si hanno basse
temperature e precipitazioni intense sulle aree artiche e
siberiane.
La fase di POL negativa porta invece inverni
più freddi della norma nei continenti europeo e asiatico.
WP (West Pacific Pattern) |
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L'indice WP analizza un dipolo di pressione con un centro sulla
penisola di Kanchatka e l'altro che ricopre una vasta zona del
Sud-Est Asiatico e del Pacifico Tropicale Occidentale.
L'influenza di questo indice sull'Europa è limitato.
In particolare una fase di WP positiva, nel
periodo dicembre-gennaio, porta un'approfondimento del Ciclone
d'Islanda; mentre con WP negativa, nel periodo
febbraio-marzo, si ha la formazione di depressioni intense nel
Nord-Atlantico.